
Questa mattina a scuola c’è un’atmosfera concitata. I bambini e le bambine aspettano una persona importante, che viaggia e racconta storie che parlano di disabilità. “Ma che cos’è la disabilità?” si chiedono guardandosi. Non si capisce bene cosa significhi questa parola.
Suona la campanella, il maestro chiede di fare silenzio e dalla porta si affaccia una ragazza dai capelli lunghi e lo sguardo vispo. Si muove sicura su una carrozzina e si ferma davanti alla lavagna, guardando tutta la classe. “Buongiorno a tutte e tutti! Mi chiamo Alessia e come vi avranno detto, oggi sono qui per parlarvi di inclusione e disabilità. Chi di voi sa cosa significa questa parola?”. La classe si guarda. Dopo qualche attimo di silenzio, una bambina dagli occhi scuri e i capelli ricci alza la mano: “non poter fare alcune cose?”. Alessia sorride, “più o meno. A volte si, quando ci sono ostacoli come le scale. Altre volte, le cose si fanno in un modo un po’ diverso. Ad esempio, a me piace molto fare passeggiate al parco con gli amici. Solo che mentre alcuni usano le gambe, io mi muovo con la carrozzina”.
La classe guarda la ragazza, confusa.
“Proviamo a pensare insieme. Avete mai visto il film ‘Alla ricerca di Nemo’?”. “Siii!” Rispondono i bambini con entusiasmo. “Bene! Cosa vi viene in mente del piccolo Nemo?”. A turno, ognuno racconta quello che si ricorda di lui. C’è chi dice che è un pesce pagliaccio, chi che è un pesciolino simpatico e allegro, chi dice che vive nella barriera corallina. In ben pochi però si ricordano che Nemo, oltre a tutto ciò, ha anche una pinna più piccolina dell’altra. “E Dory, ve la ricordate?” Incalza Alessia. I bambini e le bambine iniziano a ridere. A chi non sta simpatica Dory, la pesciolina blu e smemorata del film?
Nemo ha una pinna più piccola dell’altra, mentre Dory perde in continuazione la memoria. Eppure entrambi fanno grandi avventure, incontrano pesci buffi e viaggiano per l’oceano.

Alessia fa una nuova domanda. “Qual è l’ultimo film che avete visto a Natale?” “Encanto!” gridano i bambini. C’è chi ha amato Isabela per la sua bellezza, chi Luisa per la sua forza e chi Antonio, che sa parlare con gli animali. Ma chi non ha voluto bene a Mirabel?
I bambini e le bambine discutono tra loro ma alla fine concordano, Mirabel è l’eroina indiscussa della storia.
In una famiglia dove ognuno ha dei poteri speciali, la protagonista del film sembra non averne alcuno. I parenti la definiscono “imperfetta e stramba” e spesso la isolano. In realtà, Mirabel ha un potere importantissimo, più forte di tutti gli altri: grazie alla sua sensibilità e altruismo riesce a salvare tutta la famiglia e la casita magica.
Non è questo un super potere?
Mirabel si chiede per anni che cosa ha di sbagliato. Solo alla fine capisce che erano gli altri a sbagliare, sottovalutandola.

“Perché vi ho raccontato queste storie? Perché parlano di diversità.
Nemo, Dory, Mirabel. Ma anche Dumbo, Elsa, Luca e Alberto. Tutti questi personaggi della Disney Pixar sono considerati diversi, quando in realtà non lo sono. O meglio, tutti siamo un po’ diversi: ognuno è unico e speciale a suo modo e questo contribuisce a rendere bello il mondo. Al tempo stesso un bambino con disabilità ha sentimenti, emozioni, giochi e sport preferiti come ogni altro bambino.
Ognuno ha i suoi punti di forza e le sue debolezze. Valorizzate ciò che ogni persona, bambino o bambina può fare, anziché soffermarvi sui limiti. E se vi sembra che qualcuno ci mette più tempo di voi a fare le cose o che ha bisogno di un aiuto di un’altra persona, pensate a quante volte anche voi avete bisogno di aiuto”. Alessia guarda sorridente la classe e conclude: “infine bambini, ricordatevi che le parole sono importanti e che se usate nel modo sbagliato possono ferire. Quindi non usate la disabilità come insulto, non è divertente, nemmeno per gioco!”.
Suona la campanella e Alessia si prepara a salutare la classe quando un bambino alza la mano e le chiede timidamente “ma tu sei contenta con la tua carrozzina?” “Assolutamente si! Mi permette di andare dove voglio e di conoscere tanti bambini come voi! Senza di lei non potrei fare il lavoro che faccio e non sarei quella che sono!”.
La classe saluta, un po’ emozionata dalle tante informazioni. Per qualche minuto ogni bimbo sembra immergersi a pensare a cosa sarebbe successo se i propri personaggi preferiti non avessero avuto qualcosa che li rendesse così unici. La risposta non la dicono, ma è nell’aria: sarebbero stati film noiosi.