Paesaggi terrazzati dell’Alto eporediese
La presente proposta si pone l’obiettivo generale di attivare la comunità alpina del territorio dell’alto eporediese attraverso processi di formazione e valorizzazione del patrimonio territoriale locale al fine di generare nuovi percorsi imprenditoriali in linea con i bisogni attuali della comunità stessa e in un quadro di green economy. Si tratta dunque di partire dal riconoscimento del patrimonio locale, portatore di radici e valori culturali specifici, e su di esso attivare azioni di micro-imprenditorialità e cura del territorio. Questo territorio possiede in tal senso un “landmark naturale”: il paesaggio terrazzato, simbolo di storia, tradizioni, saper fare. E proprio questo landmark – che le amministrazioni riconoscono centrale per il territorio (Piano Strategico del Mombarone) – è oggi elemento attorno al quale costruire risposte economiche e sociali alle sfide imposte dalla crisi globale. Il territorio interessato, zona di confine tra Valle d’Aosta e Piemonte, è un’area cerniera tra montagna alpina e colline moreniche della Serra. Il paesaggio, plasmato dai ghiacciai in epoca quaternaria, rileva la presenza di una Serra morenica tra le più importanti in Europa, e un sistema di piccoli laghi. L’area è uno dei più importanti luoghi di accesso all’arco alpino, una “porta” che da sempre mette in collegamento il nord Europa con il Mediterraneo. Abitata in maniera diffusa a partire dal Medioevo, l’area si trova lungo il percorso della via Francigena, e ancora oggi permette l’attraversamento delle Alpi grazie alla presenza dell’autostrada Torino-Aosta in direzione dei trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo. Il polo urbano di riferimento è Ivrea, circa 23.000 abitanti, che rappresenta il centro di servizi. I comuni limitrofi, e in particolare quelli posti a nord di Ivrea, sono invece portatori di un rilevante patrimonio culturale e storico in cui si avvicendano ambienti naturali e montani, aree lacustri, terrazzamenti vinicoli in pietra con i caratteristici “tupiun” e “pilun” e architetture medievali. Le realtà di Andrate, Borgofranco, Carema, Chiaverano, Lessolo, Montalto Dora, Nomaglio e Settimo Vittone, già attuatori di un piano strategico a carattere territoriale, rappresentano un ambito demografico stabile (circa 14.000 abitanti) con leggero incremento tra il 2001 e il 2011 (+0,5%), decisamente modesto se paragonato ai livelli provinciali (3,8%), regionali (3,5%) e nazionali (4,3%). Dal punto di vista economico il settore secondario impiega oltre un terzo degli occupati, mentre il terziario risulta accentuato in alcune realtà comunali con attività ricettive e di ristorative. Il settore agricolo, con le oltre 180 imprese, sfrutta le particolari condizioni microclimatiche, favorendo il mantenimento del paesaggio terrazzato, in buona parte di matrice medievale, è caratterizzato dalla presenza di muretti in pietra per la coltivazione della vite e del castagno, lungo i versanti in sinistra idrografica della Dora Baltea. Si tratta di un ambiente dalle forti valenze storico-culturali ed economiche in cui le comunità locali che hanno saputo sviluppare attività di agricoltura e viticoltura di pregio, generano elementi di originalità che rendono questo paesaggio attrattivo, al pari di altri più conosciuti e celebrati.

Valorizzazione del landmark naturale.
Il paesaggio terrazzato
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